venerdì, giugno 16, 2006

Spiritualmente siamo allo sbando

Riporto ancora un articolo molto interessante di Luca Francioso sulla spiritualità; se avete voglia dateci una letta.

"Spiritualmente siamo allo sbando"
Mi chiedo: che cos'è che stuzzica la nostra tolleranza ogni volta che l'arte e la cinematografia in particolare sceglie di parlare di Gesù? E anche: possibile che ogni nuova fonte debba essere intrinsecamente più valida del Vangelo, tanto da metterlo costantemente in discussione?
Difficile rispondere alle due domande, certo è che le nostre reazioni al Vangelo e a nuove ipotesi consegnano alle nostre coscienze un atteggiamento bigotto e spiritualmente allo sbando: di fronte al film "The Passion" siamo dei credenti scandalizzati per come le crude sequenze del martirio di Gesù hanno macchiato la croce che abbiamo sopra il letto, e ignoriamo che ogni colpo di flagello è storicamente provato. Di fronte al film "Il codice da Vinci" siamo tutti degli storici consenzienti e diamo profonda fiducia a quello che questa opera riesce a provare attraverso riferimenti, fonti e codici, tanto da mettere in discussione tutto il cristianesimo. Strano atteggiamento.
La sensazione è che abbiamo il bramoso desiderio di sentirci dire che Gesù non è il figlio di Dio e che è stato semplicemente un uomo, così da poterci rilassare, sentirci a posto con la coscienza e poter dire: "Vedi? Lo sapevo io!". Una confessione che ci permetterebbe di guardare agli errori degli uomini che hanno guidato la chiesa nella storia con occhio saccente e di poterla condannare, finalmente, senza attenuanti.
Il fatto è che, di fronte a un uomo che dice: "Io sono il figlio di Dio, sono via, verità e vita", le considerazioni che posso fare sono due: o quest'uomo è completamente pazzo oppure è veramente chi dice di essere. Non ci sono vie di mezzo: posso scegliere di crederci o posso scegliere di non crederci: libero arbitrio. Solo che se scelgo di credere per abitudine, perché figlio di una cultura cristiana, inevitabilmente sarò allo sbando e ogni ipotesi agirà sulle fondamenta della mia fede. Mi scuso per l'esempio banale, ma al riguardo efficace è quello che dice il maestro Miyagi nel film "Karate Kid": "Se impari karate, bene. Se non impari karate, bene. Se impari karate così così sei un uomo morto!".
Un'ultima considerazione: se il cristiano si mostrasse felice nella sua fede, chi non crede potrebbe venirne attratto. Se ogni nuova ipotesi, come quella di Dan Brown, sposta l'attenzione di così tanta gente, è possibile supporre che il cristiano non sia poi così felice (Gesù non chiedeva altro). Allora è inutile fare campagne di boicottaggio, bisognerebbe mostrare il cristianesimo per quello che è.
Luca Francioso, "Il Padova" 1 giugno 06

lunedì, giugno 05, 2006

Lasciamo vivere i nostri sogni

Causa le mie poche idee nello scrivere post o commenti, ogni tanto vago nel web in cerca di spunti.
Un artista(www.lucafrancioso.com) che stimo molto scrive articoli per un giornale (Il Padova),sono commenti semplici ma molto interessanti e desidero che li leggiate;l'argomento è: "lasciamo vivere i nostri sogni".
Se avete tempo e voglia poi,mi piacerebbe che inseriste anche dei commenti a riguardo,le vostre impressioni,i vostri pensieri cliccando qui in basso,sopra la parola "comments" (per chi non lo sapesse).

"Lasciamo vivere i nostri sogni"
Mercoledì 10 Maggio sono stato invitato da una amica di Bertipaglia, un paesino in prossimità dei colli Euganei, a partecipare al gruppo giovani di cui lei e un altro ragazzo sono animatori. Visto il tema che stanno portando avanti con i ragazzi, che gravita attorno a parole come "formazione" e "scelta", hanno pensato che l'esperienza di un musicista che lascia tutto quello che il contesto ritiene "sicuro" per investire a fondo perduto su quelli che vengono ritenuti da tutti sogni e illusioni, potesse essere utile per il loro cammino. Così, un po' spaventato, mi sono ritrovato di fronte a 9 ragazzi tra i 15 e i 16 anni, a raccontare la mia storia.
Mi sono sforzato fin da subito di chiarire che non ero lì per vendere alcuna verità e che avevo accettato l'invito solo perché ritenevo che una chiacchierata informale poteva essere divertente per me e per loro. E così è stato.
La serata è scivolata via leggera tra le mie esperienze e la curiosità molto viva e un po' timida dei ragazzi, i cui occhi svegli hanno facilitato il mio difficile compito.
La cosa che più mi ha colpito è una realtà su cui già da tempo volevo riflettere fra queste righe e ora questa esperienza me ne fornisce l'occasione: è davvero disarmante notare come la disillusione del mondo si spalmi gelatinosa sulla pelle dei ragazzi, fino ad offuscarne completamente i sogni. Le tappe obbligate sono: asilo, scuola, università, lavoro, matrimonio, figli, pensione. Pena è l'essere tacciati di fallimento. Le tappe più allarmanti (fortemente collegate) sono la scuola e il lavoro.
A scuola ogni professore si aspetta che un ragazzo ottenga il massimo risultato nella propria disciplina: tutti devono quindi saper fare tutto. Un auspicio nobile, senza dubbio, ma nessuno pone attenzione al fatto che ognuno di noi ha un talento e su cui, una volta trovato, bisognerebbe investire anima e corpo. Le varie discipline, semmai, dovrebbero essere un aiuto in questo ricerca.
Il lavoro è una realtà più esilarante, perché ci insegnano che "lavoro è ciò ti fa guadagnare". Inutile dire che trovo questo insegnamento pericolosissimo e purtroppo ne siamo tutti vittime, perché se non si ha l'entrata fissa e sicura ogni mese si viene fagocitati dal mondo.
Ecco perché ho raccomandato con forza ai ragazzi del gruppo giovani di Bertipaglia di non farsi mai derubare dei loro sogni e che, a dispetto di quanto noi adulti insegniamo loro, l'unica ricerca utile è quella del proprio talento. L'investimento è assicurato. Il resto sono balle.
Luca Francioso, "Il Padova" 13 maggio 06


-Che peso dai al lavoro, alla scuola, al tuo impiego?
-Fa parte dei tuoi progetti di vita o ti stai "accontentando"?
-Hai un sogno nel cassetto? Stai cercando di realizzarlo?
-Sei consapevole dei tuoi talenti? Li stai valorizzando?